FRANCO FORTINI CRITICO E TEORICO DELLA LETTERATURA
Détails
ID Serval
serval:BIB_1164F08D58CE
Type
Thèse: thèse de doctorat.
Collection
Publications
Institution
Titre
FRANCO FORTINI CRITICO E TEORICO DELLA LETTERATURA
Directeur⸱rice⸱s
Scaffai Niccolò
Codirecteur⸱rice⸱s
Mazzoni Guido
Détails de l'institution
Université de Lausanne, Faculté des lettres
Adresse
Faculté des lettres
Université de Lausanne
CH-1015 Lausanne
Université de Lausanne
CH-1015 Lausanne
Statut éditorial
Acceptée
Date de publication
2017
Langue
italien
Résumé
La mia tesi si pone come obiettivo lo studio degli intervenu più specifïcamente critico-teorici scritti da Franco Fortini. Pur essendo consapevole dell'inscindibilità dell'ampio e variegato corpus autoriale, infatti, credo che richiamare l'attenzione sull'originalità e la profondità del suo pensiero estetico sia un modo efficace per evitare di schiacciarne l'eredità sugli opposti poli del lirico e del polemista-ideologo, trascurando del tutto il suo ruolo all'interno délia critica letteraria italiana di matrice marxista. In aggiunta, pur non disdegnando di stabilire — dove necessario — alcuni collegamenti con le sillogi poetiche, ho cercato di non ridurre Tintera riflessione letteraria di Fortini a una sorta di giustifïcazione obliqua délia propria poetica personale. Tra i materiali presi in considerazione, oltre a tutte le raccolte di saggi pubblicate in vita o postume, vanno segnalati un buon numéro di articoli dispersi e alcuni inediti (divisi tra testi di conferenze, brani dell'epistolario e appunti preparatori dei corsi universitari).
La tesi è divisa in due parti. Nella prima si ripercorrono le riflessioni meta-critiche di Fortini (ossia la sua attenzione al mondo délia scuola, dell'editoria e dell'informazione), si descrive il suo stile argomentativo e, soprattutto, si cerca di dare un'interpretazione complessiva delle sue frammentarie proposte teoriche. Per far questo, si è tentato di comprendere quale fosse la peculiarità dell'estetica di Fortini ponendola in relazione ai principali filoni critici del Novecento, dal formalismo russo allo strutturalismo, dalla tradizione filologica alla semiologia, dalla Stilkritic all'ermeneutica e alla scuola di Costanza. In particolare, si è illustrato come Fortini rielabori in senso storico-dialettico le catégorie jakobsoniane, puntando a valorizzare gli scambi tra testo e contesta piuttosto che ad assoluti2zare la funzione poetica del linguaggio. Ciô ha comportato, inoltre, un inevitabile confronta tra la posizione fortiniana e le correnti verso cui egli era massimamente debitore, ossia in primo luogo l'umanesimo marxista di Lukâcs, con la sua attenzione al rispecchiamento e al senso délia prospettiva, ma anche la linea "francofortese" esemplificata da Adorno e Marcuse, cosi sensibile alla carica utopica e contestatrice insita nella forma artistica. Nel secondo capitolo — anche in connessione col concetto di "classicità" illustrato nella prima sezione — sono stati messi in evidenza i punti di forza délia teoria délia traduzione di Fortini, la sua distinzione tra versione lineare e rifacimento, il suo interesse per i processi di trasmissione e ricezione. Nel terzo capitolo, infine, sono stati approfonditi gli articoli con cui Fortini avanza alcune proposte metricologiche tanto discutibili e prive di seguito quanto affascinanti e ricche di implicazioni degne di un più serio ripensamento.
Nella seconda parte délia tesi si è perseguita una duplice fïnalità. Da un lato, si è voluto rendere testimonianza all'apertura dello sguardo fortiniano e alla vastità délia sua cultura. Detto diversamente, in opposizione a un'immagine da italianista "puro" a cui potrebbero forse indurre il peso e la rilevanza di Saggi italiani e Nitovi saggi italiani, ho scelto di dar conta del Fortini comparatista. Dall'altro, si è resa impellente la necessità di compiere delle scelte, ossia di privilegiare un possibile percorso e un particolare ambito di interesse rispetto ad altri. Al fine di valorizzare debitamente un lato forse dimenticato, o almeno lasciato nell'ombra, délia produzione fortiniana, ho cosi puntato a mettere in risalto i suoi studi di letteratura francese, nella convinzione che la parabola iniziatasi col Romanticismo e conclusasi col Postmodernismo potesse far risaltare in modo perspicuo gli stessi mutamenti del campo letterario, e persino délia nozione di arte, interrogati nei primi capitoli. In altri termini, la seconda parte délia tesi intende sia verificare l'efficacia euristica degli strumenti messi a punto nella prima, sia mostrarne l'origine storico-culturale e gli obiettivi polemici. Per queste ragioni, ho deciso di occuparmi di uno dei padri délia "modernità", ossia Baudelaire, per passare successivamente alla grande tradizione simbolista, la cui influenza in ambito italiano è stata mediata soprattutto dalla poetica delTErmetismo fiorentino. Proprio sull'Ermetismo si concentra, allora, il terzo capitolo, dove si mostra dettagliatamente come Fortini — grazie alla propria mens intrinsecamente dialettica - abbia sempre combattuto una battaglia su due fronti opposti: in questo caso, contro il misticismo spiritualistico, contro ogni culto dell'autenticità e délia separatezza, ma anche contro l'ipostatizzazione del realismo socialista, contro il contenutismo edificante e il nazional-popolare; successivamente, contro 1' "ideologia filologica", la pretesa neutralità délia scienza délia letteratura, ma anche contro l'"ideologia ermeneutica", basata sull'inverificabile genialità dell'arbitrio soggettivo. L'ultimo capitolo, infine, si focalizza sugli scritti fortiniani riguardanti il Surrealismo (con un particolare approfondimento a proposito del "conflitto per le interpretazioni" ingaggiato daU'autore, a proposito di Michelet, con pensatori del calibro di Barthes e Bataille). Interrogandosi sulla lezione delle avanguardie e sulla cultura francese a lui contemporanea, infatti, Fortini mette a punto quelle penetranti catégorie critiche che gli permetteranno un'acuta e lucida interpretazione dei mutamenti intervenuti nel dominio dell'estetica, ma anche e soprattutto in quello politico-sociale, verso la seconda metà degli anni Settanta.
In conclusione, con questo lavoro ho scelto di mettere in luce la centralità dell'attività critica di Fortini all'interno délia cultura italiana del XX secolo. Ho cercato, quindi, di fornire un'immagine unitaria e comprensibile — sebbene non immobile o banalizzante — délia sua estetica e délia sua teoria délia letteratura, puntando si a storicizzare, a precisare i riferimenti e a ricostruire i contesti, ma cercando allo stesso tempo di lasciar emergere l'attualità di quei discorsi e di individuare il loro nucleo di fondo, ossia quel "contenuto di verità" che ci permette, ancora oggi, di leggerli con attenzione e profitto.
La tesi è divisa in due parti. Nella prima si ripercorrono le riflessioni meta-critiche di Fortini (ossia la sua attenzione al mondo délia scuola, dell'editoria e dell'informazione), si descrive il suo stile argomentativo e, soprattutto, si cerca di dare un'interpretazione complessiva delle sue frammentarie proposte teoriche. Per far questo, si è tentato di comprendere quale fosse la peculiarità dell'estetica di Fortini ponendola in relazione ai principali filoni critici del Novecento, dal formalismo russo allo strutturalismo, dalla tradizione filologica alla semiologia, dalla Stilkritic all'ermeneutica e alla scuola di Costanza. In particolare, si è illustrato come Fortini rielabori in senso storico-dialettico le catégorie jakobsoniane, puntando a valorizzare gli scambi tra testo e contesta piuttosto che ad assoluti2zare la funzione poetica del linguaggio. Ciô ha comportato, inoltre, un inevitabile confronta tra la posizione fortiniana e le correnti verso cui egli era massimamente debitore, ossia in primo luogo l'umanesimo marxista di Lukâcs, con la sua attenzione al rispecchiamento e al senso délia prospettiva, ma anche la linea "francofortese" esemplificata da Adorno e Marcuse, cosi sensibile alla carica utopica e contestatrice insita nella forma artistica. Nel secondo capitolo — anche in connessione col concetto di "classicità" illustrato nella prima sezione — sono stati messi in evidenza i punti di forza délia teoria délia traduzione di Fortini, la sua distinzione tra versione lineare e rifacimento, il suo interesse per i processi di trasmissione e ricezione. Nel terzo capitolo, infine, sono stati approfonditi gli articoli con cui Fortini avanza alcune proposte metricologiche tanto discutibili e prive di seguito quanto affascinanti e ricche di implicazioni degne di un più serio ripensamento.
Nella seconda parte délia tesi si è perseguita una duplice fïnalità. Da un lato, si è voluto rendere testimonianza all'apertura dello sguardo fortiniano e alla vastità délia sua cultura. Detto diversamente, in opposizione a un'immagine da italianista "puro" a cui potrebbero forse indurre il peso e la rilevanza di Saggi italiani e Nitovi saggi italiani, ho scelto di dar conta del Fortini comparatista. Dall'altro, si è resa impellente la necessità di compiere delle scelte, ossia di privilegiare un possibile percorso e un particolare ambito di interesse rispetto ad altri. Al fine di valorizzare debitamente un lato forse dimenticato, o almeno lasciato nell'ombra, délia produzione fortiniana, ho cosi puntato a mettere in risalto i suoi studi di letteratura francese, nella convinzione che la parabola iniziatasi col Romanticismo e conclusasi col Postmodernismo potesse far risaltare in modo perspicuo gli stessi mutamenti del campo letterario, e persino délia nozione di arte, interrogati nei primi capitoli. In altri termini, la seconda parte délia tesi intende sia verificare l'efficacia euristica degli strumenti messi a punto nella prima, sia mostrarne l'origine storico-culturale e gli obiettivi polemici. Per queste ragioni, ho deciso di occuparmi di uno dei padri délia "modernità", ossia Baudelaire, per passare successivamente alla grande tradizione simbolista, la cui influenza in ambito italiano è stata mediata soprattutto dalla poetica delTErmetismo fiorentino. Proprio sull'Ermetismo si concentra, allora, il terzo capitolo, dove si mostra dettagliatamente come Fortini — grazie alla propria mens intrinsecamente dialettica - abbia sempre combattuto una battaglia su due fronti opposti: in questo caso, contro il misticismo spiritualistico, contro ogni culto dell'autenticità e délia separatezza, ma anche contro l'ipostatizzazione del realismo socialista, contro il contenutismo edificante e il nazional-popolare; successivamente, contro 1' "ideologia filologica", la pretesa neutralità délia scienza délia letteratura, ma anche contro l'"ideologia ermeneutica", basata sull'inverificabile genialità dell'arbitrio soggettivo. L'ultimo capitolo, infine, si focalizza sugli scritti fortiniani riguardanti il Surrealismo (con un particolare approfondimento a proposito del "conflitto per le interpretazioni" ingaggiato daU'autore, a proposito di Michelet, con pensatori del calibro di Barthes e Bataille). Interrogandosi sulla lezione delle avanguardie e sulla cultura francese a lui contemporanea, infatti, Fortini mette a punto quelle penetranti catégorie critiche che gli permetteranno un'acuta e lucida interpretazione dei mutamenti intervenuti nel dominio dell'estetica, ma anche e soprattutto in quello politico-sociale, verso la seconda metà degli anni Settanta.
In conclusione, con questo lavoro ho scelto di mettere in luce la centralità dell'attività critica di Fortini all'interno délia cultura italiana del XX secolo. Ho cercato, quindi, di fornire un'immagine unitaria e comprensibile — sebbene non immobile o banalizzante — délia sua estetica e délia sua teoria délia letteratura, puntando si a storicizzare, a precisare i riferimenti e a ricostruire i contesti, ma cercando allo stesso tempo di lasciar emergere l'attualità di quei discorsi e di individuare il loro nucleo di fondo, ossia quel "contenuto di verità" che ci permette, ancora oggi, di leggerli con attenzione e profitto.
Création de la notice
03/07/2017 10:47
Dernière modification de la notice
30/10/2020 8:46