Le lingue della "ridicolosa". Edizione critica, commento e studio linguistico de Li diversi linguaggi di Virgilio Verucci (1586-1650)
Details

UNIL restricted access
State: Public
Version: After imprimatur
License: CC BY 4.0
Serval ID
serval:BIB_C6F727AAEF3D
Type
PhD thesis: a PhD thesis.
Collection
Publications
Institution
Title
Le lingue della "ridicolosa". Edizione critica, commento e studio linguistico de Li diversi linguaggi di Virgilio Verucci (1586-1650)
Director(s)
Papi Fiammetta
Codirector(s)
Tomasin Lorenzo
Institution details
Université de Lausanne, Faculté des lettres
Publication state
Accepted
Issued date
2025
Language
italian
Abstract
L’elaborato offre l’edizione critica annotata e lo studio linguistico della commedia Li diversi linguaggi (1609) di Virgilio Verucci. Si tratta di una commedia plurilingue appartenente al filone romano delle commedie cosiddette “ridicolose”, un particolare tipo di drammaturgia che si situa alla confluenza tra le forme della commedia “classicistica” cinquecentesca, aristotelicamente regolata, in prosa e in cinque atti, e quelle della Commedia dell’Arte, più succinte e schematiche e con maschere che portano alla ribalta alcune varietà dialettali della penisola. In particolare, nei Diversi linguaggi i dieci personaggi portano in scena dieci dialetti: Pantalone (veneziano), Zanni (bergamasco), Silvio (bolognese), Claudio (italiano “alla francese”), Lavinia (fiorentino), Aurelia (perugino), Giorgetto (romanesco), Capitano (napoletano), Franceschina (amatriciano), Pedante (siciliano).
La sezione introduttiva è suddivisa in quattro paragrafi: il primo fa il punto sul panorama della produzione teatrale comica nella Roma primo-seicentesca, ricostruendone lo stato dell’arte e passando in rassegna i principali protagonisti e le maschere del teatro “ridicoloso”, anche sulla base delle recenti acquisizioni archivistiche di Luciano Mariti e Roberto Ciancarelli; il secondo mette a fuoco l’oggetto-commedia “ridicolosa” dal punto di vista storico, drammaturgico e materiale, rileggendolo in parte alla luce della categoria di midcult elaborata dal sociologo americano Dwight Macdonald negli anni ’60 del secolo scorso e soffermandosi infine sull’ambiguità dell’etichetta “ridicolosa” e sui possibili rischi derivanti dal suo impiego limitato esclusivamente al genere della commedia; il terzo ricostruisce le assai lacunose vicende biografiche e letterarie del nursino Virgilio Verucci (1586-1650), mentre il quarto, infine, ripercorre i livelli strutturali, tematici e stilistici del testo, riflettendo sulla natura e sulle finalità del plurilinguismo romano rispetto a quello di area veneta.
All’Introduzione segue un secondo capitolo dedicato alla Nota al testo: di ciascuna delle tre edizioni dei Diversi linguaggi (1609, 1627, 1978) è fornito il testimoniale completo, ricostruito attraverso l’interrogazione di cataloghi nazionali e internazionali, cartacei e digitali; ogni edizione è dunque descritta bibliograficamente e illustrata nelle sue caratteristiche materiali e linguistiche. Completano il capitolo i criteri editoriali, con la giustificazione della scelta della princeps come testo base dell’edizione e i criteri di trascrizione delle varietà dialettali.
Segue un terzo capitolo (Spogli linguistici) contenente per ciascuno dei dieci dialetti le illustrazioni grammaticali ripartite in tre macro-sezioni (fonetica, morfologia, sintassi). Alla serie degli spogli è premessa una breve introduzione che esplicita i criteri seguiti, alla luce dei più recenti apporti metodologici messi a punto da Marcello Barbato, Frédéric Duval, Céline Guillot-Barbance e Fabio Zinelli.
Un quarto capitolo è dedicato allo studio dei fenomeni di riproduzione del registro orale, costitutivi per definizione di un codice teatrale simulato e all’incrocio tra prospettive di tipo sintattico, testuale e pragmatico.
Segue dunque il testo critico, corredato da un commento a piè di pagina di tipo lessicale, storico-culturale e storico letterario. La lettera del testo, infatti, è chiosata ricorrendo innanzitutto a repertori lessicografici storici e tematici (sia italiani che dialettali), e all’occorrenza anche etimologici. In un contesto di riuso più interdiscorsivo che intertestuale come quello dell’Arte e della “ridicolosa”, inoltre, si è ritenuto opportuno valorizzare - ove possibile - prestiti, filiazioni e affinità tonali su piccola e larga scala tratti dalla letteratura comica quattro-cinquecentesca.
Completano l’elaborato l'apparato critico, un Indice delle parole annotate e un regesto bibliografico finale.
La sezione introduttiva è suddivisa in quattro paragrafi: il primo fa il punto sul panorama della produzione teatrale comica nella Roma primo-seicentesca, ricostruendone lo stato dell’arte e passando in rassegna i principali protagonisti e le maschere del teatro “ridicoloso”, anche sulla base delle recenti acquisizioni archivistiche di Luciano Mariti e Roberto Ciancarelli; il secondo mette a fuoco l’oggetto-commedia “ridicolosa” dal punto di vista storico, drammaturgico e materiale, rileggendolo in parte alla luce della categoria di midcult elaborata dal sociologo americano Dwight Macdonald negli anni ’60 del secolo scorso e soffermandosi infine sull’ambiguità dell’etichetta “ridicolosa” e sui possibili rischi derivanti dal suo impiego limitato esclusivamente al genere della commedia; il terzo ricostruisce le assai lacunose vicende biografiche e letterarie del nursino Virgilio Verucci (1586-1650), mentre il quarto, infine, ripercorre i livelli strutturali, tematici e stilistici del testo, riflettendo sulla natura e sulle finalità del plurilinguismo romano rispetto a quello di area veneta.
All’Introduzione segue un secondo capitolo dedicato alla Nota al testo: di ciascuna delle tre edizioni dei Diversi linguaggi (1609, 1627, 1978) è fornito il testimoniale completo, ricostruito attraverso l’interrogazione di cataloghi nazionali e internazionali, cartacei e digitali; ogni edizione è dunque descritta bibliograficamente e illustrata nelle sue caratteristiche materiali e linguistiche. Completano il capitolo i criteri editoriali, con la giustificazione della scelta della princeps come testo base dell’edizione e i criteri di trascrizione delle varietà dialettali.
Segue un terzo capitolo (Spogli linguistici) contenente per ciascuno dei dieci dialetti le illustrazioni grammaticali ripartite in tre macro-sezioni (fonetica, morfologia, sintassi). Alla serie degli spogli è premessa una breve introduzione che esplicita i criteri seguiti, alla luce dei più recenti apporti metodologici messi a punto da Marcello Barbato, Frédéric Duval, Céline Guillot-Barbance e Fabio Zinelli.
Un quarto capitolo è dedicato allo studio dei fenomeni di riproduzione del registro orale, costitutivi per definizione di un codice teatrale simulato e all’incrocio tra prospettive di tipo sintattico, testuale e pragmatico.
Segue dunque il testo critico, corredato da un commento a piè di pagina di tipo lessicale, storico-culturale e storico letterario. La lettera del testo, infatti, è chiosata ricorrendo innanzitutto a repertori lessicografici storici e tematici (sia italiani che dialettali), e all’occorrenza anche etimologici. In un contesto di riuso più interdiscorsivo che intertestuale come quello dell’Arte e della “ridicolosa”, inoltre, si è ritenuto opportuno valorizzare - ove possibile - prestiti, filiazioni e affinità tonali su piccola e larga scala tratti dalla letteratura comica quattro-cinquecentesca.
Completano l’elaborato l'apparato critico, un Indice delle parole annotate e un regesto bibliografico finale.
Keywords
Letteratura dialettale riflessa, Commedia Ridicolosa, Virgilio Verucci, Teatro, Dialetti
Create date
23/05/2025 11:28
Last modification date
04/06/2025 7:15