Giordano Ruffo a Pisa (e altrove). Studio dei più antichi volgarizzamenti della Mascalcia
Details
Serval ID
serval:BIB_BCA629A405FD
Type
PhD thesis: a PhD thesis.
Collection
Publications
Institution
Title
Giordano Ruffo a Pisa (e altrove). Studio dei più antichi volgarizzamenti della Mascalcia
Director(s)
Squillacioti Paolo
Codirector(s)
Tomasin Lorenzo
Institution details
Université de Lausanne, Faculté des lettres
Publication state
Accepted
Issued date
2025
Language
italian
Abstract
Questo lavoro si pone come primo e principale obiettivo quello di fornire l’edizione critica del testo del De Medicina Equorum di Giordano Ruffo, conservato nel manoscritto 78 C 15 del Kupferstichkabinett di Berlino (da ora in poi: B), indagando la tradizione latina e volgare, con lo scopo di comprendere per la prima volta i rapporti fra i testimoni volgari più antichi e di collocare B all’interno della tradizione volgare.
Dopo aver introdotto (§1.1) la figura di Ruffo e la sua opera, inquadrata all’interno del suo genere e sottolineando la sua importanza, vista l’enorme influenza che l’opera ebbe sui trattatisti successivi, si fornisce un quadro quanto più esaustivo degli studi finora condotti su Ruffo e la sua mascalcia, da quelli di carattere storico alle edizioni, latine e volgari, numericamente scarse e, per la maggior parte, monotestimoniali, le quali non hanno ancora fornito l’edizione critica del testo latino.
In §1.3 è contenuto il regesto di tutti i testimoni manoscritti e a stampa della Mascalcia, divisi in base alla lingua. Oltre a mostrare la distribuzione dei codici su base cronologica, si trovano nuove informazioni rispetto al precedente regesto redatto da Antonio Montinaro .
I capitoli 2 e 3 sono dedicati allo studio della tradizione latina (2) e volgare (3) del De Medicina Equorum. In particolare, nel capitolo 2, dopo aver illustrato la struttura del trattato, sono stati analizzati 20 (su un totale di 73) codici latini sulla base di elementi strutturali e macrotestuali, che hanno permesso di classificare i codici e di suddividerli in 3 gruppi.
Il capitolo 3 ha lo scopo di illustrare i rapporti dei codici volgari più antichi (XIII-XV secolo) con il testimone B, oggetto dell’edizione. Sulla base di confronti testuali è stato possibile isolare un primo gruppo di codici che contengono lo stesso volgarizzamento di B e, dall’altro lato, tre raggruppamenti di manoscritti che presentano altre redazioni.
I dieci codici del primo gruppo (fra cui lo stesso B) riportano fino al quinto capitolo della sesta sezione il medesimo volgarizzamento: procedono, poi, indipendentemente da un lato B e Mb , dall’altro i restanti otto testimoni. Per questo motivo si è ritenuto importante fornire l’ipotesi più plausibile su quale delle due sottofamiglie cambi volgarizzamento (§3.14). Questo è stato possibile grazie a un confronto di tipo linguistico fra prima e seconda parte del trattato.
Il capitolo 4 contiene l’analisi linguistica di B, in cui, dopo aver messo in luce il sistema grafico del copista, si dimostra l’origine compattamente pisana del testo attraverso l’analisi dei principali fenomeni fonologici, morfologici e sintattici. Per l’analisi linguistica si è fatto costante riferimento agli studi di Arrigo Castellani.
All’edizione critica del testo tradito da B è dedicato il capitolo 5. Si tratta di un’edizione con doppio apparato, in cui gli errori evidenti di B sono stati sanati in base a ciò che recano gli altri nove manoscritti della famiglia, in particolare Mb. In alcuni casi è stato necessario ricorrere al testo latino, guardando non solo all’edizione di Girolamo Molin, ma anche ad altri codici ritenuti affidabili sulla base delle analisi mostrate nel capitolo 2.
Il capitolo conclusivo, Cap. 6 è dedicato allo studio del lessico ed è composto dal glossario e da schede lessicali riguardanti i termini afferenti agli ambiti della patologia e degli strumenti chirurgici che fanno la loro prima comparsa proprio nell’opera di Ruffo, latina e volgare.
Dopo aver introdotto (§1.1) la figura di Ruffo e la sua opera, inquadrata all’interno del suo genere e sottolineando la sua importanza, vista l’enorme influenza che l’opera ebbe sui trattatisti successivi, si fornisce un quadro quanto più esaustivo degli studi finora condotti su Ruffo e la sua mascalcia, da quelli di carattere storico alle edizioni, latine e volgari, numericamente scarse e, per la maggior parte, monotestimoniali, le quali non hanno ancora fornito l’edizione critica del testo latino.
In §1.3 è contenuto il regesto di tutti i testimoni manoscritti e a stampa della Mascalcia, divisi in base alla lingua. Oltre a mostrare la distribuzione dei codici su base cronologica, si trovano nuove informazioni rispetto al precedente regesto redatto da Antonio Montinaro .
I capitoli 2 e 3 sono dedicati allo studio della tradizione latina (2) e volgare (3) del De Medicina Equorum. In particolare, nel capitolo 2, dopo aver illustrato la struttura del trattato, sono stati analizzati 20 (su un totale di 73) codici latini sulla base di elementi strutturali e macrotestuali, che hanno permesso di classificare i codici e di suddividerli in 3 gruppi.
Il capitolo 3 ha lo scopo di illustrare i rapporti dei codici volgari più antichi (XIII-XV secolo) con il testimone B, oggetto dell’edizione. Sulla base di confronti testuali è stato possibile isolare un primo gruppo di codici che contengono lo stesso volgarizzamento di B e, dall’altro lato, tre raggruppamenti di manoscritti che presentano altre redazioni.
I dieci codici del primo gruppo (fra cui lo stesso B) riportano fino al quinto capitolo della sesta sezione il medesimo volgarizzamento: procedono, poi, indipendentemente da un lato B e Mb , dall’altro i restanti otto testimoni. Per questo motivo si è ritenuto importante fornire l’ipotesi più plausibile su quale delle due sottofamiglie cambi volgarizzamento (§3.14). Questo è stato possibile grazie a un confronto di tipo linguistico fra prima e seconda parte del trattato.
Il capitolo 4 contiene l’analisi linguistica di B, in cui, dopo aver messo in luce il sistema grafico del copista, si dimostra l’origine compattamente pisana del testo attraverso l’analisi dei principali fenomeni fonologici, morfologici e sintattici. Per l’analisi linguistica si è fatto costante riferimento agli studi di Arrigo Castellani.
All’edizione critica del testo tradito da B è dedicato il capitolo 5. Si tratta di un’edizione con doppio apparato, in cui gli errori evidenti di B sono stati sanati in base a ciò che recano gli altri nove manoscritti della famiglia, in particolare Mb. In alcuni casi è stato necessario ricorrere al testo latino, guardando non solo all’edizione di Girolamo Molin, ma anche ad altri codici ritenuti affidabili sulla base delle analisi mostrate nel capitolo 2.
Il capitolo conclusivo, Cap. 6 è dedicato allo studio del lessico ed è composto dal glossario e da schede lessicali riguardanti i termini afferenti agli ambiti della patologia e degli strumenti chirurgici che fanno la loro prima comparsa proprio nell’opera di Ruffo, latina e volgare.
Keywords
Giordano Ruffo, mascalcia, edizione critica, volgare pisano, analisi filologica, tradizione latina, tradizione italo-romanza, Kupferstichkabinett
Create date
27/04/2025 18:38
Last modification date
06/06/2025 7:29